mercoledì 2 maggio 2012

CROCI ARTISTICHE

Ex Monastero "Guglielmo II"

Sala Consiliare

2 Maggio 2012

ESPOSIZIONE DI CROCI ARTISTICHE

E

SEMINARIO 
dal  titolo:

"LA DEVOZIONE AL CROCIFISSO 
IN SICILIA"

Interventi 
di 
Monsignor G. Lanzafame 
Padre G. Salamone


Esposizione di Croci artistiche realizzate dagli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Palermo

























L'Assessore alla cultura Lia Giangreco saluta i presenti e ringrazia per la partecipazione al Seminario la cui tematica ben si adatta alla ricorrenza ed alla preparazione dei monrealesi fedeli al SS. Crocifisso del Santuario della Collegiata ed alla processione di giorno tre maggio.

Monsignor G. Lanzafame nel suo intervento, presenta il contenuto del suo libro: "La Mater Dolorosa nel Regno delle due Sicilie e Andalusia"










Pagine tratte dal libro di Giovanni Lanzafame: "LA MATER DOLOROSA NEL REGNO DELLE DUE SICILIE E ANDALUSIA" - 
Stampa Grafiche Zappalà s.n.c. Belpasso (CT)




Padre Giuseppe Salamone, Rettore del Santuario della Collegiata

L'intervento di Padre Salamone è legato ad una particolare forma di devozione al SS. Crocifisso di Monreale: la "Calata dei Veli", voluta dall'Arcivescovo Girolamo Venero nel seicento per nascondere e scoprire il Venerabile Simulacro del SS. Crocifisso. Secondo Padre Salamone, l'inizio della festa religiosa che ogni anno coinvolge i monrealesi coincide proprio da questo importante momento storico.
La Calata dei Veli è stata ripristinata da Padre Giuseppe Salamone a seguito di approfonditi studi sull'argomento.

LA CALATA DEI VELI

"De modo discoperiendi  Sancissimum Crucifixum"
Meditazione audiovisiva  della passione del Signore.

Dall'articolo: "La Cappella Musicale della Collegiata di Monreale" di Rosalia Lo Coco

...Il Venero prescrive i riti da compiere attorno al simulacro del Crocifisso. Questo "debet esse inclusus in suo Tabernaculo sa nobis edificato et ante de debet  habere quinque velamina serica, in I velamine debet esse depictus Christus dum comprehenditur in horto a Judeis, in II velamine debet esse depictus Christus Dominus dum flagellatur a Judeis, in III velamine debet esse depictus Christus dominus cum corona spinea et Pilatus ostendens illum Populo, in IV velamine debet esse depictus Christus Dominus baiulatus sibi crucem cum Cireneo adiuvante, in V et ultimo velamine nihil debet esse depictus, sed debet esse scriptus <Expiravit> et hoc velum dehet esse nigrum" 
(ASCM, Constitutiones, Col 8 pag 13 De modo Tabernacoli Sanct(issi)mi Crucifixi)

Il Crocifisso rimane così sempre coperto, pena la scomunica, tranne che nelle festi solenni, nei primi venerdì di ogni mese, nei venerdì di marzo e nel venerdì santo; in questi giorni i veli vengono tolti con un rituale particolarmente suggestivo, denominato in seguito proprio "la calata dei veli", il cui testo fu incluso dal Venero nelle sue prime Constitutiones. Esso fu messo in musica probabilmente tra il 1625 e il 1628, da Sebastiano La Vega, spagnolo, maestro di cappella della Metropolitana, durante il governo del Venero...

De modo discoperiendi Sanctum Christum:

Omnes per ordinem dispositi, facto signo Crucis, dicto secreto Pater noster, Ave Maria, facto signo surgunt et duo Clerici qui stant iuxta altare cantant versus sequentes

(Auctore D. Sebast. la Vega Hispano et huius Metropolitanae Magistro Capellae)

Duo Cantores: Amìci mei et proximi mei* adversum me appropinquaverunt et steterunt. (Sal 37,12)
Chorus: traditus sum et non egrediebar* oculi mei languerunt prae inòpia. (Sal 87,9.10)
Cantores: Et factus est sudor meus* sicut guttae sanguinis  decurrentis in terram (Lc 22,44)
Chorus: Circumdederunt me canes multi* concilium malignantium obsedit me (sal 21,17)
Tollitur  1^ velum
Cantores: Et fui flagellatus tota die* et imposuerunt super caput meum coronam spineam (cfr. Gv 19,2)
Chorus: Foderunt manus meas et pedes meos* dinumeraverunt omnia ossa mea. (Sal 21,17.18)
Tollitur 2^ velum
Cantores. Et dederunt in escam meam fel* et in siti mea potaverunt me aceto (Sal 68,22; Lc 22,19)
Chorus: Omnes videntes me deriserunt me* locuti sunt labiis et moverunt caput (Sal 21,8)
cantores: Ipsi vero consideraverunt et inspexerunt me* diviserunt sibi vestimenta mea, et super vestem meam miserunt sortem (Sal 21, 19)
Chorus: In manus tuas, Dòmine, commendo spiritum meum* redemusti me, Domine, Deus veritatis (Sal 30,6)
Tollitur  3^ velum
Cantores: O vos omnes qui transit per viam, *adténdite et videte si est dolor similis sicut dolor meus (Lam 1,12)
Chorus: Mémento famulorum tuorum, Domine* dum veneris in regnum tuum (cfr. Lc 23,42)
Cantores: Memento ancillarum tuarum, Domine dum veneris in regnum tuum (cfr. Lc 23,42)
Chorus: Te ergo, quaésu[mus,tuis Domine] Iesu famulis subveni, quos pretioso sanguine redemisti. (Te Deum)
Tollitur 4^ velum
Cantores: jesus autem, emissa voce magna, * tradidit spiritum (Mt 27,50; cfr. Gv 19,30)
Tollitur 5^velum
Tunc omnes prostrantur in terram et aliquantulum orant


De modo cooperiendi Sanctissimum Cricifixum:

Omnes per ordinem dispositi, facto signo Crucis, dicto secreto Pater noster et Ave Maria Proni aliquantulum orant, et facto signo
Duo Cantores in [?]: Misericordias Domini* in aeternum cantabo (sal 88,2)
Chorus: Vere languores nostros ipse tulit* et dolores nostros ipse portavit (Is 53,4)
clauditur 5^velum

Cantores: Ipse autem vulneratus est propter iniquitates nostras attritus est propter scelera nostra (is.53, 5)
Chorus: Omnes non quasi oves erravimus unussquisque in viam suam declinavit (Is 53,6)
clauditur  4^ velum
Cantores: Et posuit in eo Dominus iniquiiates omnium nostyrorum (Is 53,6)
Chorus: Exurge, quare obdormis, Domine? exsurge, et ne repellas in finem (Sal 43,24)
Cantores: Exurge, quare obdormis, Domine? exsurge, et ne repellas in finem (Sal 43,24)
Chorus: Exurge, quare obdormis, Domine? exsurge, et ne repellas in finem (Sal 43,24)
clauditur 2 velum
Cantores: ecce Deus Salvator meus fiducialiter agam et non timebo (Is 12,2)
Chorus Confiteantur Domino misericordiae eius, et mirabilia eius filiis  hominum (Sal 106,21)
Cantores: miserere nostri, Jesu benigne
Chorus: Qui passus es clementer pro nobis

Antiphona

Christus factus est pro nobis obediens usque ad mortem, mortem autem crucis. Propter quod et Deus exaltavit illum et donavit illi nomen quod est super omne nomen (Fil 2,8-9)

Oratio 

Respice, quaesumus, Domine, super hanc familiam tuam, pro qua Dominus noster Jesus Christusnon dubitavit manibus tradi nocentium: et Crucis subire tormentum.

Dalla "Vita di S. Caterina De Ricci"

...Dalla Beata Vergine fu avvisata, che ammonisse le Monache, che terminato il loro Officio la notte in dormitorio, secondo l'uso della domenicana religione, no si partissero con tanta fretta; ma terminassero l'Ave Maria e chiedessero la benedizione a lei ed al Figlio; dicendo: Nos cum prole pia, benedicat nos Virgo Maria, siccome anche in altre occasioni le insegnò un nuovo modo di orare con far memoria della Passione del suo Figliolo, manifestandole, quanto era grata al suo Divino Figliolo la memoria della sua santissima passione; e ciò fece con additarle alcuni  versi, facesse cantare nel Monastero affinchè servisse di ricordo ed eccitamento a quelle madri di quanto la seguente notte e giorno appresso aveva il Figliuolo di Dio Sofferto per l'Uomo".
Quel Cantico fu dal P. fra Timoteo dè Rricci scritto, conforme glielo dettò la detta Serva di Dio e lo mandò al P. Francesco Romeo Generale dell'ordine, acciò fosse approvato, ma fu anche commandato con lettera circolare a tutte le Provincie, acciocchè fosse cantato nè Conventi ogni venerdì sera, che comincia: "Amici miei, o pèroximi mei"; quale soddisfazione dè divoti porremo al fine della Vita. (Cap. XI pagg 93-94)

DA "FESTE PATRONALI IN SICILIA" 
DESCRITTE DA GIUSEPPE PITRE' 

"...Dicono che esso sia il vero ritratto di Gesù Cristo e raccontano che una volta un alto personaggio venuto da Alessandria d'Egitto in Monreale, è riuscito ad eludere la vigilanza dei custodi della Chiesa, appena vedutolo, esclamasse sorpreso: E' desso! E' desso! - Chi? Perchè? Gli chiese uno che gli stava vicino: ed egli, lo sconosciuto:- Perchè di questo Crocifisso si parla tanto in Alessandria e da tutti si crede che esso sia il solo che somigli davvero a Gesù Cristo".
Dicono pure che sia di legno sottilissimo, e che introducendovi non so da qual parte del corpo una fiammella, esso trasparisca. Pertanto, non è precauzione che non si usi per conservarlo, qual'è prezioso.
Ne i tempi ordinarti è coperto da sette veli, cinque dè quali raffiguranti qualche episodio della Passione di Gesù. Il 1°, è tutto rosso; il 2^ rappresenta il congedo di Gesù da Maria; il 3^ il bacio di Giuda; il 4^ la flagellazione; il 5^ la coronazione di spine; il 6^ l'ascensione al calvario; l'ultimo, tutto nero, ha semplicemente il motto: Expiravit.
A nessuno è mai permesso, pena la scomunica (è la tradizione che parla) di rimuovere codesti veli (lo fece, secondo la leggenda, lo sconosciuto alessandrino), altro che i giorni designati e sotto certe condizioni e riserve..."

Dal libro:" Il Santuario del Crocifisso di Giuseppe Schirò (pag.12) 
Base fondamentale di questo culto, che diviene intensissimo, è l'immagine del Crocifisso. essa, è sistemata in un'apposita cappella; un drappo rosso la cela agli sguardi. I canonici celebrano ogni giorno i divini uffici nella Chiesa; più solenni nei giorni di venerdì, in ricordo della morte del Signore. nei primi venerdì di ogni mese, durante una funzione a cui il popolo commosso prende parte, si apre il drappo rosso. Appare un velo che raffigura Cristo catturato nell'Orto degli Ulivi,, poi un altro con la flagellazione, un terzo con l'Ecce Homo, un quarto mostra il Cristo in cammino verso il Calvario con la Croce sulle spalle. Le note di una soave melodia, composta dallo spagnolo Sebastiano La Vega, maestro di cappella della Metropolitana, accompagnano intanto le parole dei versetti della Scrittura, appropriate alle singole scene, in una impressionante meditazione audiovisiva che strappa le lacrime. Le note si fanno più meste all'apparire del quinto velo, un nero drappo su cui campeggia la scritta: Expiravit" che sembra porre sigillo al dramma della passione.

I canonici sono prostrati al suolo, il drappo nero scivola giù ed ecco, tra le grida affettuose di un popolo implorante misericordia, come riferisce una vecchia cronaca, gli spari di mortaretti e gli squilli armoniosi delle campane, apparire l'immagine venerata del Cristo Crocifisso con le braccia distese in un amplesso di perdono...   




L'Assessore alla Cultura e Padre Giuseppe Salamone omaggiano Monsignore G. Lanzafame  per la preziosa partecipazione all'interessante Seminario organizzato dal Comune di Monreale e dalla Confraternite del SS. Crocifisso della Collegiata