martedì 30 aprile 2013

"GIOCHIAMO LA TRADIZIONE"





Gioco della trottola

per terra
sulla mano

piccolo gruppo folkloristico siciliano










gioco della fune







corsa coi sacchi




A FESTA RU ME PAISI di S. Autovino

"A FESTA RU' ME PAISI"
di Salvatore Autovino


Nei primi tre giorni di maggio Monreale celebra in una perfetta miscela di sacro e profano, di tradizione e di storia, la festa del Santissimo Crocifisso che si venera nell'insigne Chiesa Collegiata.
La Sacra Immagine, sublime espressione di dolore di Gesù morto in croce, polarizza da secoli la devozione della cittadinanza monrealese sia per le perfezioni somatiche, sia per la fede di quanti hanno sperimentato l'influsso di Grazia che emana il volto di quello che i monrealesi chiamano "Patruzzu Amurusu".
Nessuno sa chi sia l'artefice di tale perfezione artistica, nè la provenienza della sacra Immagine. Tutto è avvolto nel mistero e attorno al Crocifisso la fantasia popolare ha inventato le leggende più svariate, alcune delle quali riportate dal Pitrè in "Feste patronali in Sicilia".
La storia vuole che l'immagine del Crocifisso risalga al XVI secolo e sia opera di una delle tante scuole di crocifissari che in quel tempo operavano su commissione di vescovi e cardinali.
Nessuno sa indicare il periodo dell'ordinazione nè l'anno di origine del Crocifisso. Nessun documento riporta tale circostanza. Si pensa che sia stata la Confraternita del Santissimo Crocifisso a ordinare il Crocifisso intorno agli anni 1525-1535. Di certo si sa che fin dal 1454 esisteva nel sito dove esiste la chiesa della Collegiata una chiesetta che ben presto diventò sede della Confraternita del santissimo Salvatore. Si presume pertanto che fatta l'ordinazione della Confraternita e sistemata l'immagine nella chiesetta esistente, abbia avuto inizio la nota devozione del clero secolare e del popolo che ne sperimentò subito le Grazie.
La Chiesa del santissimo Salvatore diventò presto meta di pellegrinaggi e il culto del Crocifisso continuò fino al 1620 annno in cui fu nominato arcivescovo di Monreale Girolamo Venero y Leida che amministrò la diocesi fino al 1628. 
Prodigioso fu ciò che avvenne nell'aprile del 1625. Anche questa volta la siccità stava mettendo a rischio i raccolti della terra. L'arcivescovo Venero ordinò di far uscire in processione il santissimo Crocifisso. Subito venne giù tanta acqua e la pioggia durò otto giorni. Tutti restarono meravigliati e con gioia poterono osservare che cominciò a diminuire anche la peste che in quel tempo infieriva su Palermo e Monreale.
Lo stesso arcivescovo fu colpito dal tremendo male ed egli, anche se provato, volle celebrare la Santa Messa proprio nella Chiesa della Collegiata. Nel momento della Consacrazione il venerando prelato sentì scoppiarsi i bubboni del male e miracolosamente guarì.
Il popolo fece una grande festa e proprio la sera del 30 aprile del 1625 la Deputazione della sanità riunita sotto la presidenza del Venero, deliberò che " per ogni strada si faccia foco e luminarie in honore del Santissimo Crocifisso, incominciando da questa sera per tre sere continue, et che li deputati delli quartieri deviano ordinare in ogni strada ci siano almeno tre fochi luminarie".
Da quel momento nasce la festa del Crocifisso che da allora si celebra ogni anno dal primo al tre maggio. Da quell'anno si onora e si ringrazia il Crocifisso il protettore della città e polo di attrazione della fede del popolo monrealese.
La processione del Crocifisso dall'epoca del Venero diventa ogni anno un avvenimento sempre più importante e la festa assume ben presto aspetti anche esteriori di esultanze popolari. 
Le manifestazioni esterne nei primi tre giorni di maggio assumono una particolare rilevanza tanto da richiamare numerosi fedeli e turisti.inizia la festa con l'alborata e per le strade il rullo dei tamburi richiama l'attenzione della cittadinanza, sfilano in gran parata le bande musicali, le majorettes, gruppi folkloristici, carretti e canterini siciliani. La sera le strade vengono illuminate a giorno in un tripudio di luci e in piazza Guglielmo si svolgono ormai da anni concerti di musica leggera. Il terzo giorno l'attenzione è concentrata dentro la chiesa dove si venera la Santa Croce. Qui si celebra la messa cantata con la partecipazione dell'arcivescovo , del sindaco e di altre autorità civili e religiose. Alla fine della messa la sacra Immagine in mezzo ad una grande folla di fedeli viene scesa lungo la gradinata della Collegiata. Nella grande confusione e tra la commozione generale, i fratelli emettono un grido diventato ormai tradizioen di invocata grazia: "Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia!"
Per tutto il pomeriggio i fedeli e i pellegrinio vanno a pregare ai piedi della Croce per chiedere grazie al santissimo Crocifisso. Con grande riverenza, a piedi  scalzi e con la corona del rosario in mano così pregano: "Vi saluto sagra testa/ che di spini è incurunata/oj, chi è la Vostra festa/ vaji giurannu pi la strata".
Un ruolo importante nella festa del 3 maggio assumono i fratelli.
La loro Pia Associazione è stata istituita nel 1709 da pochi uomini con il preciso scopo di ottenere un miglioramento della vita spirituale di tutti i componenti. il numero dei fratelli da allora è andato sempre più aumentando, tanto che oggi oltrepassano il centinaio. Al calar della sera, i fratelli sono vestiti da capo a piedi di bianco e con una cinta rossa ai fianchi, costume che sta ad indicare la purezza e il sangue di Cristo morto in Croce.. Partiti dalla Chiesa di san Castrenze, portano quattro cuscini di fiori per adornare il fercolo. Non appena la "Vara" è addobbata intorno alle sei del pomeriggio parte la processione. vanno avanti i suonatori di tamburi, seguiti dai labari e dai piccoli fratelli e dalle autorità civili, dalla banda musicale e da un numeroso stuolo di fedeli, la maggior parte dei quali a piedi scalzi e con un grosso cero acceso. Tra una sosta e l'altra si sente la "ittata di la vuci". Sono i fratelli che con gran fervore gridano "E che bedda sta jurnata, u Signuri è pi la strata, Grazia, Patruzzu Amurusu, Grazia!".
I balconi sono addobbati a festa, con fiori, luci e coperte ricamate, segni di grande devozione dei cittadini verso il Crocifisso. la gente affacciata cerca di alllungare le braccia per toccare la sacra Immagine.
Nell'aria volano i petali di rose a ricordo del miracolo del 1626 e mentre i fratelli ad alta voce esclamano: "Chi su beddi sti quattru ciuri, pirdunatinni Signuri, Grazia Patruzzu Amurusu, Grazia". La processione attraversa le strade principali della città e intorno a mezzanotte quando il Crocifisso è arrivato sulla piazza antistante il Duomo, la piazza principale della città, vengono sparati i giochi d'artificio. Chi è andato in processione spera di ricevere la grazia e con tale speranza fa ritorno alla propria casa.
Il mese di maggio è dedicato dai monrealesi al "viaggio". E' questa un'antica consuetudine votiva che per chiedere una grazia, o per grazia ricevuta, vien effettuata il 3 maggio o nei giorni successivi del mese ripercorrendo l'itinerario della processione a piedi.


mercoledì 24 aprile 2013

ANNO 2013 Conferenza stampa

LA FESTA DEL CROCIFISSO ANNO 2013


Progetto grafico di Rocco Micale 
su opera 
dell'artista monrealese Pino Anselmo



PROGRAMMA



 
Il Sindaco, all'interno della sala rossa del Palazzo di Città, apre la Conferenza Stampa per presentare la 387^ edizione della tradizionale festa del SS. Crocifisso di Monreale 

Padre Salamone, Rettore della Chiesa della Collegiata, informa sul programma religioso della festa. 

La Sig.ra Lia Giangreco, Assessore alla Cultura, Turismo, Spettacolo presenta il programma delle varie manifestazioni inserite all'interno del programma dei festeggiamenti e ringrazia quanti hanno collaborato impegnandosi per il buon esito della festa.