martedì 19 aprile 2011

VI - La TRADIZIONE MUSICALE nel culto del SS. Crocifisso

VI- STORIA

LA TRADIZIONE MUSICALE

La chiesa del Salvatore, la Collegiata, era dotata di un piccolo organo: l' inizio di una  tradizione musicale che dal Venero in poi si andrà sempre più rafforzando. Un altro organo più grande si ha nella chiesa,  dopo la morte del Venero. La presenza di un "organaro" e la relativa manutenzione, è sempre attestata dai documenti storici.
La moltitudine di celebrazione certo non poteva essere priva della musica: ed era stato proprio il Venero a comprenderne la funzione nella liturgia e a darne l'impulso. "Nelle sue costituzioni il canonico cantore è considerato al terzo posto tra le dignità".
In diverse occasioni,   era prescritto il canto, come  durante la "Calata dei veli" vengono musicate le parole da cantare, dallo spagnolo Sebastiano La Vega.
Alcuni fascicoli a stampa, documentano la "pratica policorale" usata nella Collegiata nel periodo del Venero. La documentazione storica sembra che, secondo quanto ci informa il nostro concittadino studioso e storico Prof. G. Schirò,  i canonici fossero richiesti per la loro bravura.
"Nel fondo musicale, troviamo infatti 4 passioni di Giovanni Giudetto in tre libri stampati a Roma nel 1586, recanti lo stemma di Ludovico II Torres e due quaderni manoscritti contenenti rispettivamente una Pasione secondo Matteo e due passioni secondo Giovanni, che derivano da quelle composte da Vincenzo Amato a metà del XVII secolo. A rafforzare il prestigo e le funzioni del canonico Ciantro, il capitolo istituisce due Maestri di cerimonie, con mansioni a lui ausiliarie e in diverse altre occasioni il capitolo emana provvedimenti affinchè il canto dell'Ufficio divino fosse svolto con voci educate al canto".
Successivamente infatti viene incoraggiato lo studio del canto con esami, regole e concorsi.
Oltre al "canto fermo" o gregoriano, era pure coltivato il canto polifonico destinato a rendere "più solenni" le festività, soprattutto quella del 3 Maggio.


                                        
                                 







Brani musicali composti per la tradizionale festa del 3 Maggio sono gli "Inni per il SS.Crocifisso", uno tra i più conosciuti è:


<IL MIO CROCIFISSO> 

Il Crocifisso - finchè vivrò
M'empie il cor del più soave affetto
Sul petto, finchè vivrò;
Sul petto lo stringerò.
Egli è luce, che rischiara
Sol ardente, che sfavilla
Vivo pan, che refocilla
L'alma debole, ed ignara.
Balsamo di virtù santa
Fiore, che il mio cor adorna
Dolcezza, che ognor ritorna
E bellezza, che m'incanta.
Il Crocifisso - finchè vivrò
In te spera l'alma mia,
Notte e giorno pensa a te
Tu mio amor, tu mia allegria
Non partirti mai da me!
Mio sostegno quando io sia
In terribil tentazion;
Tu sarai nell'agonia
Mia sicura protezion.

Vexilla Regis prodeunt:
Fulget Crucis mystérium,
Qua vita mortem pèrtulit,
Et morte vitam pròtulit,
O Crux ave spes ùnica,
Paschale quae fers gàudium,
Piis adànge gratiam
Reisque dele crimina.
V. Hoc signum Crucis erit in coelo, Alleluja.
R. Cum Dòminus ad judicandum vénerit, Alleluja.

Oremus

Deus, qui in praeclara salutiferae Crucis Inventiòne,
Passionis tuae miàcula sucitasti: concéde,
ut vitalis ligni praetio, aeternae vitae
suffragia consequàmur.
Qui vivis et regnas.


Un altro inno rappresentativo per Monreale è:


<A GESU' CROCIFISSO>   (CORRI 'O FIGLIO)

Corri, o figlio, al padre amato
Che al suo seno ognor t'invita.
No! quest'Uomo insanguinato
Nonè ver ch'è senza vita.
Qui sul letto doloroso
Dolce sonno lo sopì,
Ma il suo cor di te bramoso
Per te veglia notte e dì.

Questo pegno a noi lo diede
Già degli avoli la fede,
Monreale avventurosa
Fra le Sicole città
Guarda cupida e gelosa
Così bella eredità.

Non ti arresti il tuo peccato
Sulla soglia dell'altare, Dall'aperto suo costato
Sgorga un'onda salutare.
Qui lavossi ogn'alma rea
E più pura uscinne allor,
Ma sì pura, che togliea
Alla neve il suo candor.

Questo pegno etc.

Chi fè piover la rugiada
Sulla terra isterilita,
Fra i clamor di rea masnada
Chi ti diè possente aita?

Questo pegno etc.

Oh! portento, un raggio arcano
Muove ognora dal suo viso,
Che nel cuore il più profano
Spira amor di paradiso.
Ah! mi dite, d'onde, d'onde,
tanta luce di beltà,
Sono i raggi, che diffonde
La nascosta maestà.

Questo pegno, etc.

Sia lode - sia gloria
Al Santo dei Santi
Fu sua la vittoria - vittoria si canti.
La croce, la croce - del nostro Signore
Sia sola la voce - del fervido cuore.
Di gente rubella più infamia non è
L'insegna che abbella - la fronte dei re!









eg/rm